A Venezia con Steven Tyler… turismo e Heineken Jammin’ Festival

Venerdì 2 luglio 2010
10 abbondanti di mattina, si parte con quattro cose in valigia e una broncopolmonite incipiente che mi fa vibrare la cassa toracica. Viaggio senza problemi e si arriva in albergo a Marghera che non è nemmeno mezzogiorno. L’albergo Villa Adele è carino, confortevole, stracomodo per il trasporti (fermata bus per Venezia a 2 passi e sottopassaggio per la stazione di Mestre a 3!)… è piccino e soprattutto ha sempre l’aria condizionata sparata a palla! Pinguini e personale cmq gentilissimi e disponibilissimi a dare tutte le informazioni che vuoi!
Mollati gli ormeggi, prendiamo il bus per Venezia, ci fermiamo in una trattoria a mangiare e poi è tutto ponti, canali, gondole… foto, foto e ancora foto, il tutto intermezzato da qualche sosta per aggiornarsi sull’andamento di Olanda – Brasile.
In piazza San Marco si svolge l’incontro del quinto tipo: in mezzo ai tavolini di un bar Paolo adocchia nientepopòdimeno che Steven Tyler!!!!! Io non ci posso credere! Boccheggio il suo nome e repentinamente il suo accompagnatore ci fa segno di non osare avvicinarci oltre. Maledetto! Foto!!! Sto bastardo si gira ogni volta che sollevo la mia macchinetta, vabbè ti perdono solo perchè sei tu! Qualche foto cmq riusciamo a fargliela e non potendo ottenere altro se non guardarlo mentre si fuma il sigaro, riprendiamo la nostra passeggiata tra calle e rii e all’Hard Rock Cafè assistiamo agli ultimi minuti dell’incredibile sconfitta dei verde-oro.
Torniamo in albergo per una doccia rinfrescante, un doveroso cambio d’abito e siamo di nuovo a Venezia per il medesimo tour, ma in notturna… rischiamo di non cenare perchè si è fatto tardissimo e in piazza San Marco ci becchiamo un gruppo di tipe che girano vestite di maschera di pizzo, mantello… e biancheria intima! (oggi piazza San Marco ci riserva incontri di un certo livello!) Quando sollevano la copertura per fare una foto, rimaniamo così O___O e nè io nè Paolo riusciamo ad immortalarle in modo anche solo vagamente decente… chiedo venia! Ancora dobbiamo capire chi o cosa fossero… bah!
Completiamo la visita davanti al ponte dei Sospiri impacchettato per restauro in modo osceno e pian piano arranco in albergo imbottita di farmaci per la broncopolmonite che non accenna a demordere!

 

Sabato 3 luglio 2010
Ce la prendiamo comoda per il giorno del concerto: la sveglia suona alle 10:30, ci vestiamo, prepariamo i panini, ci fermiamo a pranzo al ristorante Moro a pochi passi dalla stazione di Mestre, poi ci avventuriamo per il parco San Giuliano a bordo di un gremitissimo e bollente bus navetta. Temperatura sui 40°, umidità 100%! Fa caldino, si, decisamente.
Tra una cosa e l’altra, un po’ di fila ai cancelli, entriamo che sono le 2 passate, ci facciamo un giro tra gli stand, i giochi e amennicoli vari sparsi per l’immensa area destinata al Festival e arriviamo in zona palco che sono quasi le 3, i concerti stano per iniziare… tanto vale prender posto. Riusciamo a posizionarci in ottima posizione, attaccati comodamente alla transenna dietro l’anello sotto il palco, non siamo vicinissimi, alla fine della passerella ci saranno circa 15 metri, ma tanto Steven Tyler l’abbiamo già visto come meglio non avremmo potuto!
Mentre facciamo conoscenza coi vicini, cominciano i concerti con i vincitori del concorso, i Margot: bravini forte! Poi è il turno dei Plan de Fuga e anche loro sono niente male. A rovinare il climax arrivano La fame di Camilla, che smorzano l’entusiasmo del pubblico, che si ripiglia per l’arrivo degli Stereophonics, che però sul palco sono carismatici quanto una duna in mezzo al deserto… bravi eh, cantiamo tutti insieme le canzoni, però che palle! E poi arriva una che di gas ne ha parecchio, ma se si muovesse meno farebbe solo figura migliore: Dolores O’Riordan ha una voce da paura, coinvolge da matti il pubblico, le canzoni dei Cranberries sono la mia fanciullezza ed è magnifico cantarle lì con lei, ma si muove come una bambina scema, bisogna ammetterlo!
Nello stacco tra i Cramberries e l’ultimo attesissimo concerto degli Aerosmith, facciamo un po’ di premonizioni su quella che sarà la track list: c’è chi prega per "Hole in my soul", io che inutilmente spero non facciano "Walk this way" e tutti siamo concordi sul fatto che non vogliamo "I don’t want to miss a thing". Io accetto quest’ultima ad una sola condizione, che la cantino mentre dietro al palco passa uno dei tanti aerei che atterrano a Lido in FIAMME…. sarebbe una coreografia stupenda! Nessuna di queste preghiere giunge a destinazione, ma comunque è una track list che non deluderà nessuno! Poco dopo le 9 si spengono le luci, dal palco scende un telone nero col simbolo degli Aerosmith in rosso… il vento lo fa svolazzare e in 7 tecnici sono costretti a fare una pessima pessima figura, sollevandosi a vicenda per tirarlo giù, tra gli applausi del pubblico. La scena è tragicomica, ma vedere quel telone teso carica tutti di un’emozione immensa e le urla escono in un coro unico.
Cala il telone, partono le note di Love In An Elevator e Steven Tyler esce con pantalone zebrato lucido, canotta bianca, camicia bianca semitrasparente quasi completamente aperta, foulard viola, occhialone a goccia, cappello a tesa larga leopardato e dulcis in fundo una riga di smalto nero in mezzo ad ogni unghia… un’elegana sobria che solo lui può permettersi! Quasi tutti questi oggetti/indumenti verranno lanciati al pubblico, insieme a plettri vari e 2 armoniche a bocca!
Mi sgolo quando arriva "Falling In Love" e poi poco dopo Pink seguita dalla spendida Livin’ On The Edge

There’s somethin’ wrong with the world today
I don’t know what it is
Something’s wrong with our eyes
We’re seein’ things in a different way
And God knows it ain’t his
It shore ain’t no surprise
Livin’ on the edge…

Fantastica!
Ma poi cavolo, son tutte belle! Mi fanno Jaded, Cryin’, Rag Doll, Sweet Emotion… e

purtroppo anche I Don’t Want To Miss A Thing e senza aereo in fiamme! Steven TYler è un animale da palco di quelli ormai in via d’estinzione, gioca, si diverte con la sua asta per il microfono tutta piena di foulard e ci fa divertire, cantare… ha una voce meravigliosa! E’ troppo un grande, nonostante i sui 62 anni… che mito!
Per il finalone arrivano Dream on, la secondo me sopravvalutata Walk this way e con la carica di Toys In The Attic ahimè ci salutano.

In the attic
lights
voices scream
nothin’ seen
real’s the dream

toys, toys, toys
in the attic!

Con calma torniamo verso l’albergo, qualche sosta per abbeverarsi e sentirsi dire che le magliette degli Aerosmith sono finite… -___-
Il ritorno è tranquillissimo, camminiamo verso i cancelli, saliamo sulla navetta senza nemmeno fare a pugni, ci mettiamo persino a sedere, arriviamo alla stazione di Mestre e poi un’altra breve passeggiata fino alla nostra stanza, dove ci sono 15°!!! La mia polmonite ci gode! Non mi frega di niente cmq, quella che voglio è una doccia… poi il letto!

 

Domenica 4 luglio 2010
Oggi ci tocca svegliarci presto, perchè per le 10:30 dobbiamo lasciare la camera. E così è, paghiamo il conto a Villa Adele e poi torniamo tra le calli di Venezia, per un ultimo giro, un po’ di shopiing, un buon pranzo a base di pesce alla Botte.
A metà pomeriggio riprendiamo la macchina e la strada per il ritorno.
Alla prossima!

 

Tutte le foto del viaggio a Venezia

Tutte le foto dell’incontro con Steven Tyler

Tutte le foto dell’Heineken Jammin Festival (3 luglio 2010)

Tutte le foto del concerto degli Aerosmith

Venezia

Venezia

l'incontro con Steven Tyler in Piazza San Marco a Venezia

Venice by night

Cramberries

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

concerto degli Aerosmith

maschere e gondole a Venezia

Roma – 30 ottobre 1 novembre 2009

Un viaggio non era in programma per questo autunno, ma quando vieni a sapere di una bazza per arrivare a Roma in aereo spendendo la metà di quanto spenderesti in treno, come non approfittarne! E così il nostro soggiorno romano parte dalla promozione di WindJet che per inaugurare la nuova linea Forlì-Roma ci ha permesso di spendere 60 euro andata e ritorno per la città eterna!
Partenza prevista dall’aereoporto di Forlì venerdì 30 ottobre alle 9:00, ma la nebbia si oppone e veniamo informati del ritardo del volo di 40 minuti… in un primo momento, tramutatosi poi in un’ora e mezza al secondo annuncio. La nebbia in effetti c’è, ma non è niente di così mostruoso per uno nato e cresciuto nella pianura padana… e sembra un po’ strano che un aereoporto che ci sorge proprio nel bel mezzo si faccia cogliere impreparato da una condizione climatica che qua è più che consueta. I passeggeri iniziano ad insospettirsi oltre che spazientirsi, ma poi scopriamo l’arcano: il problema non è tanto la nostra partenza, quanto l’atterraggio di un altro aereo, che dopo un’ora viene dirottato verso l’aereoporto di Rimini e così alle 10 circa, con un’ora di ritardo, si parte per Roma.
Il volo è strano perchè l’aereo fa appena in tempo a finire la fase di decollo che già si mette in assetto d’atterraggio, comunque tutto perfetto e riesco anche a non stare male! Arriviamo a Fiumicino una quarantina di minuti dopo essere partiti, poi viaggiamo a terra tra le piste dell’aereoporto per altri 10 minuti per arrivare al terminal dalla pista d’atterraggio.
Prendiamo quindi la linea metropolitana FR1, scendiamo a Ostiense e da qui prendiamo la Metro B, che ci porta alla stazione Termini (è il sistema più economico per andare dall’aereoporto di Fiumicino al centro di Roma: il biglietto per la FR1 costa solo 5,50 euro, a differenza del Leonardo Express che costa 11 euro. L’FR1 parte ogni 15 minuti, tranne la domenica che ha frequenza di 30 minuti). Da Termini poi andiamo a piedi fino al nostro B&B trovato su internet: Imperial Holiday in via Carlo Alberto 26, 58 euro per camera doppia a notte! Passiamo da Santa Maria Maggiore che è sulla strada e arriviamo al numero 26: ci troviamo davanti al semplice portone di un condominio come tanti… nessuna insegna, nessuna indicazione… guardiamo i campanelli e solo lì leggiamo "Imperial Holiday" seguito da un numero di cellulare, il tutto scritto a mano. Iniziamo ad avere qualche dubbio sulla nostra prenotazione. In quel momento esce una signora, le chiediamo informazioni e lei ci spiega che all’interno del condominio dei Bed and breakfast ce ne sono tre, ci aiuta ad entrare, ma non ci sa poi dire esattamente dove sia il nostro. All’interno ancora nessuna indicazione, giriamo per il cortile interno, entriamo da un altro ingresso dove troviamo un’altra rampa di scale, ma del nostro Bed & Breakfast ancora nessuna traccia. A questo punto torniamo fuori e telefoniamo al cellulare indicato sul campanello: ci risponde un uomo dicendoci che ci manda subito il ragazzo. Dopo 5 minuti arriva un ragazzo dai tratti indiani e una conoscenza un po’ approssimativa dell’italiano. Ci conduce così all’Imperial Holiday: trattasi in realtà di un appartamento da cui sono state ricavate, nemmeno troppo male, 4 stanze, di cui 2 con bagno privato e 2 con bagno in comune. L’atmosfera in effetti è davvero domestica e alla buona. Il ragazzo ci mostra la nostra stanza: l’arredamento è a dir poco spartano (le immagini sul sito non mentano), ma è molto spaziosa, dotata di un letto matrimoniale, un letto a castello, armadio, mnifrigo, un tavolino, le pale al soffitto, un ventilatore, il riscaldamento e il bagno posticcio, nel senso che si nota che è stato istallato, ma cmq, a parte l’assenza del bidet e le tubature a vista che fanno un gran casino, va alla grande. Mentre il ragazzo ci fa la fattura, scopriamo una macchia sul lenzuolo di sopra: il lenzuolo profumava di bucato pulito, quindi era stato lavato, ma era rimasto un bell’alone giallo da una parte, appena fatto notare al ragazzo ci viene prontamente cambiato. Dopo aver pagato, ci dà i buoni per la colazione inclusa nel prezzo della camera: con questi abbiamo diritto ad un brioches e un caffè/cappuccino al bar di fronte. Cosa vogliamo di più dalla vita? Scherzi a parte, per il prezzo pagato era una situazione ottimale, certo non lo consiglierei a gente esigente, anche se non posso che fosse messo male, aveva qualche pecca, ma tutto sommato trascurabile.
Tra una cosa e l’altra sono quasi le 14, è quindi il caso di mettersi alla ricerca di un ristorante, ripercorriamo così via Carlo Alberto fino a Santa Maria Maggiore e ci infiliamo via Cavour, dove veniamo attratti dal ristorante il Gallo Matto, un posto dall’arredamento assurdo e cucina niente male!
Dopo pranzo inzia la vera spedizione turistica e partiamo da San Pietro in Vincoli: l’esterno lascia perplessi da tanto non sembra una chiesa, l’interno è piuttosto triste, spoglio e freddo… non so se dipenda anche per questo, ma pure il Mosè di Michelangelo lì dentro ci fa una figura meschina.
Dall’uscita una breve passeggiata ci porta al Colosseo: quant’è bello!!! Ogni volta mi commuove… e poi la vista sui fori imperiali… wow! Quanto amo Roma! Ci facciamo un giretto in zona, un po’ di foto, poi ci incamminiamo verso San Giovanni in Laterano. L’interno è davvero imponente, ricchissimo, davvero molto bella e d’altra parte è la seconda chiesa più importante di Roma. Usciamo, attraversiamo la strada e andiamo a vedere la Scala Sacra, una delle cose più assurde della città per una non credente come me, in realtà l’altare che vi sta in cima, il Sancta Sanctorum, è considerato il luogo più sacro al mondo per i cattolici ovviamente. Non ho fatto foto, mi sembrava irrispettovo verso chi stava pregando, ma ora me ne sono pentita. Torniamo quindi verso casa, fermandoci a visitare Santa Maria Maggiore, scoprendo che è molto più bella fuori che dentro.
Facciamo una sosta in camera, doccia, cambio gomme e si va a cena. Abbiamo l’indirizzo di un ristorante nel quartiere ebraico, Sora Margherita, riusciamo a raggiungerlo, ma non c’è posto, quindi prenotiamo per la sera dopo e andiamo a mangiare nell’osteria lì di fronte, Al Pompiere: io mi scofano carciofo alla giudia e trippa, Paolo tonarelli cacio e pepe e coda alla vaccinara… mamma che bontà! Dopo cena, credendo di andare verso Trastevere, ci troviamo a Campo dei Fiori, poco male… abbiamo l’imbarazzo della scelta tra i locali, ne scegliamo uno che ci ispira più degli altrei e… Margarita! E poi torniamo a casa a piedi, fermandoci a godere della Fontana di Trevi libera dal classico muro di turisti: è sempre spettacolare! Foto, monetina e via verso nanna.

Sabato 31 ottobre
Per oggi alle 14:30 abbiamo la visita guidata ai musei vaticani prenotata, quindi dobbiamo organizzarci di conseguenza: usciamo, prendiamo la metro a Vittorio Emanuale, che è praticamente attaccata al nostro portone, e arriviamo a Piazza di Spagna, per dedicare la nostra mattinata più che altro allo shopping, del tipo che si guardano le vetrine di via dei Condotti e si entra in qualche negozio di Via del Corso e soprattutto della Galleria in Piazza Colonna alla ricerca di regali da portare a casa, facendo i conti col bagaglio a mano. Uno sguardo ai luoghi dell’impero berlusconiano, una capatina in Piazza Navona ed è ora di avvicinarci al Vaticano. Come mi avevano suggerito, all’ora di pranzo la fila ai Musei Vaticani è una passeggiata, ma comunque noi abbiamo la visita guidata, quindi non l’avremmo fatta.
Non sapendo dove andare a mangiare in zona, ci facciamo fregare dal primo ristorantino turistico del cazzo che costella il quartiere, ma vista la fretta e la voglia di metterci a sedere, abbassiamo volontariamente le difese. Alle 14 e qualcosa entriamo ai  Musei Vaticani dall’ingresso riservato ai gruppi, mostrando il vaucher della prenotazione della visita (si può acquistare alla biglietteria online: visto che era l’unica cosa a pagamento che avremmo fatto, abbiamo deciso di farcela bene e così abbiamo sborsato 30 euro a testa per un tour di 2 ore con la guida… scelta evitabile se si ha un minimo di cultura storica e artistica, cmq non è così male. Nota di demerito al sistema audio in dotazione alle guide, soggette ad ogni interferenza…sono convinta di aver sentito, tra le altre cose,  Radio Vaticana per un attimo). La cosa che mi ha colpita di più della visita è stato certamente il Laocoonte, ma certo che la Cappella Sistina o gli affreschi di Raffaello non è che mi abbiano lasciata indifferente! Che meraviglia!
All’uscita avevamo in programma un giro a San Pietro, ma abbiamo una missione importantissima da portare a termine prima: il regalo per la nipotina! Quindi il resto del pomeriggio passa mentre cerchiamo disperatamente negozi di giocattoli. Riusciamo in extremis a portare a termine la missione e poi torniamo in camera, per cambiarci che alle 21:30 abbiamo la prenotazione da Sora Margherita.
Agli amanti della vera e autentica cucina romana lo raccomando di cuore: il posto è minuscolo e quasi inospitale, ma tra la simpatia del personale e soprattutto la cucina, potrei dire che è il posto più figo al mondo! Io mi sono buttata su carciofo alla romana, fettuccine cacio, pepe e ricotta e torta ricotta e visciole, Paolo sperimenta coraggiosamente i rigatoni alla pajata e l’abbacchio. Non posso far altro che consigliarlo, ricordate: Trattoria Sora Margherita.
E questa sera riusciamo a raggiungere Trastevere, che già è carino di suo, poi mettici le maschere di Halloween… è speciale. Ci fermiamo a prendere Margarita al pub Freni e Frizioni e poi si torna a nanna.

Domenica 1 novembre
Liberati del pensiero "deposito bagagli", grazie al fatto che il proprietario del bed & breakfast ci dà la possibilità di lasciare la camera quando vogliamo, dal momento che non è prenotata, la giornata parte in Piazza del Popolo con la visita all’anonima Santa Maria del Popolo, da vedere solo per i dipinti di Caravaggio, uno dei quali poi era esposto a Villa Borghese, che non abbiamo potuto visitare perchè le visite erano già tutte prenotate (la prenotazione della visita alla Galleria Borghese è obbligatoria). Quindi scendiamo in direzione Piazza di Spagna facendo una deviazione per vedere l’Ara Pacis… continuo a dire che quel tabernacolo di vetro non mi convince. Ancora una vasca in via del Corso e passiamo a vedere Santa Maria sopra Minerva, che la mia guida indica come unico vero esempio di chiesa gotica a Roma: di gotico ha la struttura, ma è tutta colorata, affrescata e decorata in stile barocco-rococò, che proprio il gotico passa in secondo piano. Torniamo quindi a Piazza Navona, per girarcela un po’ meglio di quanto abbiamo fatto il giorno prima, quindi torniamo a Piazza di Spagna per prendere la metro, passando dal Pantheon.
Torniamo in stanza a mettere a posto le ultime cose e cerchiamo un ristorante in zona, quando è già ora di pranzo inoltrata: troviamo la soluzione entrando in un internet point dove troviamo ottime recensioni sulla Trattoria Monti, che scopriamo poi essere esattamente di fronte al portone del nostro b&b. La cucina è marchigiana per lo più, il locale è piccolo ma carino e mangiamo divinamente! Prendiamo un primo a testa, che purtroppo non ricordo… ma ricordo perfettamente la bontà delle melanzane alla parmigiana di secondo!
Tempo di finire il pranzo ed è già ora di approprinquarci verso l’aereoporto: metro A da Vittorio Emanuele a Termini, metro B fino a Ostiense, FR1 fino all’aereoporto di Fiumicino. Un giro per negozi, una litigata con i distributori di bibite e… si torna a casa letteralmente cotti, un po’ di stanchezza e un po’ d’amore per la città più bella del mondo!

Santa Maria Maggiore

Ristorante Il Gallo Matto

Colosseo

Arco di Tito

La Fontana di Trevi di notte

Piazza di Spagna

Piazza Navona

Il Vaticano

Laocoonte

La Scuola di Atene di Raffello

Musei Vatinani

Castel Sant'Angelo

Da Sora Margherita

Trastevere la notte di Halloween

Piazza del Popolo

Ara Pacis

Piazza Navona

Pantheon

Ancora Sticky and Sweet, Madonna in concerto a Milano… e Merc! c’è!

E Merc! paga la sua tassa Madge anche quest’anno! Tassa sempre più cara, ma per la Regina si fa questo e altro!
Quest’anno la mia Signora dei Miracoli fa la sua divina apparizione in quel di Milano, Stadio Meazza… ed è la mia prima volta a Sansiro, un’emozione in più… come se Lei non bastasse!
E’ il 14 luglio, data in cui si celebra l’anniversario della Rivoluzione Francese, della morte di Lady Oscar e dal 2009 del ritorno in Italia dello Sticky and Sweet Tour, il mio terzo concerto di Madonna!

Il travaglio per arrivare a questa data è stato lungo e logorante! L’annuncio dell’evento è arrivato prestissimo, a fine gennaio, quando ancora avevo fresco il ricordo del 6 settembre… e panico: i biglietti sono in vendita dopo appena una settimana! Via a chiamare le mie madonnare! Chiara XWP risponde immantinente all’appello… sarà stato forse perchè l’ho chiamata urlando e lei mi ha detto subito si per paura… possibile. La Chiarina di Forlì invece ci pensa un po’ di più, il timore del prato è forte, ma poi l’amore madonnaro prevarica e il suo sì arriva pochi giorni dopo.
Alla mattina del 6 febbraio sono la seconda ad arrivare davanti all’agenzia che vende i biglietti, mi aggiudico i miei 3 PRATO A con un filo di gas… si provvede all’hotel, al treno e comincia l’attesa.
Luuuuuuunga attesa… fino al 14 luglio la tensione cala, la fibrillazione viene meno, ci si fa l’abitudine all’idea di avere questo appuntamento lontano, manco l’arrivo dei Tartari dal deserto…
Poi si fa il 13 luglio, incontro Chiara di Firenze alla stazione di Bologna con largo anticipo, calcolato per fare una capatina in fumetteria da Alessandro e ci facciamo stare anche una spesa in un discount per alcune cose che c’eravamo scordate entrambe: e ci troviamo così ad andare al concerto della Signora Ciccone armate di fazzolettini delle principesse Disney, che stile!
Poi arriva anche la Chiarina, le consegno il suo cappello da cowboy uguale al mio, due chiacchiere ed arriva il treno. Qualche casino per sedersi perchè nessuno è nel posto in cui dovrebbe: in breve faccio cambiare posto a tutto il vagone, dirigendo i malcapitati passeggeri come un vigle rompicoglioni e infine ci sediamo. Inizio a rendermi conto che sto andando al concerto di Madonna finalmente, l’adrenalina entra in circolo e stordisco la povera Chiarina di chiacchiere! Chiara invece riesce a farsi un pisolo, ma ecco che ti spunta un Bimbo Gigi che le fa presente che quello in cui lei è seduta sarebbe il suo posto, ma non importa, lui cmq si siede in uno dei 58mila posti liberi che ci sono lì attorno… e Chiara è felicissima di essersi svegliata apposta per esserne messa al corrente! Grande Bimbo Gigi!
Arriviamo a Milano con un po’ di ritardo, lo accentuiamo facendo il giro del colombo per arrivare all’albergo, mettiamo a posto le nostre cose in camera, ci docciamo, cambiamo e usciamo per cercare un posto in cui cenare. Chiara ci porta (a dir la verità ci siamo capitate per caso) in un posto dove è già stata, una pizzeria cubana, che ci par troppo figa e quindi la oltrepassiamo per cercare altro… altro che non c’è, quindi retrofront e pizza cubana sia! Ci sediamo, il menù propone pizze dai nomi ispirati a vari personaggi della storia del Sud America: la mia scelta (condivisa da Chiara) ricade obbligatoriamente su Evita Peron, ti pare? Ordiniamo le pizze al cameriere più irritante del mondo nel suo voler fare il piacione simpatico, le zanzare ordinano noi e ci divorano! La pizza è davvero buona e decidiamo di farla seguire da qualcosa di sostazioso da bere per brindare alla Signora Ciccone: chiediamo un Mojito, un Daiquiri Gold e una birra, il simpatico cameriere ce li porta presentandoli come "il latino, lo strano e la sminchiata"… bah… lui è un imbecille, ma il mio daiquiri gold è buonissimo e cinghia parecchio: si saranno ubriacate anche le zanzare che mi hanno punta nel tragitto per tornare in albergo.
Poi a nanna, che domani sarà una luuuuuuuuuunga giornata!

La mattina del grande giorno, il 14 luglio 2009, la sveglia suona presto, ma si parte subito cariche a molla! Via a fare un’abbondante colazione e rubare panini e nutelline da portarci dietro (inutilmente). Si finisce di prepararsi, di riempire gli zaini di generi di sopravvivenza, tipo acqua destinata a diventare inesorabilmente calda e via a piedi verso Sansiro! La camminata non è molto lunga e ben presto ci troviamo ad osservare il colosso dello stadio che spunta all’improvviso da cemento: sarò sincera, non mi piace! La struttura architettonica è sicuramente avanti per il periodo in cui è stata fatta, mirabile per questo, ma risulta così squallido! Voglio dire, in 80 anni non potevano sistemare un po’ la zona li attorno? Già lo stadio è un massiccio pesante di cemento, circondarlo con qualcosa di diverso no? Non cìè proprio paragone con l’Olimpico!
Raggiungiamo l’ingresso 10 che sono le 8:30 e… non c’è nessuno! Ci saranno al massimo una cinquantina di persone! Rimango sconvolta! A quell’ora a Roma già non si vedeva più l’inizio della fila! Le Chiare prendono posizione e io vado ad ispezionare l’altro ingresso per il prato, il numero 4… la gente è un po’ di più, ma mica di tanto! Vabbè… meglio!
Da questo momento fino alle 3 del pomeriggio sarà un’autentica passeggiata! La fila è composta, si sta seduti, sdraiati, si può andare in giro per bancarelle… che figata! Ancora non ci credo! Facciamo chiacchiere e conosciamo gente, alcuni ragazzi simpatici e un mostro, pure conterranea per altro!
Siamo tranquille e beate a far chiacchiere e foto quando all’improvviso, nessuno sa ancora perchè, tutti si alzano e si pressano contro le ringhiere prima dei cancelli… ovviamente anche noi siamo lì in mezzo! Invano tentiamo di rimetterci a sedere, ormai è l’apocalisse! Stretti, pigiati, in piedi e esattamente non si sa per quanto! Il biglietto dice che i cancelli verranno aperti alle 5, ma quando mai sono stati puntuali? Alle 5 in effetti qualcosa la aprono: si tratta della prima transenna con annesso controllo dei biglietti, che ci porta di 10 metri più avanti, davanti ai cancelli… essendoci anche un altro ingresso è difficile valutare, ma visto così, cavolo, sembra proprio che entreremo davvero tra i primi!!! Merc! non illuderti, è il ritornello che mi ripeto, però…
Il tempo passa, noi urliamoche aprano, ma quella stronza malefica di Madonna è dentro a cantare… la sentiamo e risentiamo, la dannata non smette! Conoscendola, conscia della nostra sofferenza, gode nel farci attendere!
Non ricordo che ore fossero quando finalmente si aprono i cancelli: ricordo una transenna che mi si conficca nella pancia, mentre la folla inferocita mi ci spinge contro con violenza per passare e io non riesco minimamente a muovermi, la mia schiena diventa un punchball e alla fine riesco a scampare urlando di dolore attaccandomi letteralmente allo zaino di un tipo bello piazzato che mi passa di fianco… appena fuori dal pericolo lui mi guarderà sbigottito dal fatto che io l’abbia usato da animale da soma, ma chissenefrega! La schiena mi fa un gran male, mi sento come se mi avesse calpestato un mezzo cingolato: Maddie, quanto mi costi?!?! (siamo pure finite su un video di Youtube! Occhio ai due cappelli da cowboy)
Controlli zero, si corre avanti (ci si prova perchè io sto davvero male) a branco di pecoroni, si passa qualche ostacolo e ci ritroviamo dentro lo stadio! Non c’è tempo per realizzare, parte l’ultimo scatto verso il palco … cazzo siamo vicinissime!!! Mi butto per terra per riprendere fiato e osservo con sgomento le transenne che mi separano dal palco: ci sto davvero sotto! Anche le mie colleghe se ne rendono conto: scatta l’abbraccio generale, Chiarina ormai si mette a piangere, ma il momento idilliaco viene bruscamente interrotto da una tipa che quasi ci sviene alle spalle e non possiamo certo non prestarle soccorso.
Passato anche questo, cerchiamo di ristabilire la calma, vado in bagno (adoro i bagni chimici!), prendo un paio di bottiglie d’acqua fresca, mi faccio un panino e si aspetta Paul Oakenfold.

Paul Oakenfold, che arriva una mezz’ora prima del previsto, è il ministro brunetta in realtà! Ma nessuno se n’è mai accorto?!?! SOno 2 gocce d’acqua! Lui era anche a Roma 3 anni fa come spalla per il Confessions Tour, ma non ero abbastanza vicina da vederlo in faccia, questa volta invece l’ho visto bene!
La scaletta che propone è inquietantemente simile a quella di 3 anni prima… ed è uno dei DJ più famosi del mondo?!? bah… sono un po’ perplessa… cmq balliamo, perchè, seppur uguale, la scaletta non è niente male!
Ora che siamo in piedi mi rendo ancora più conto della vicinanza al palco: ho davanti 2 persone e poi c’è la transenna che ci separa dal sottopalco!!!
Poi il DJ finisce, si spengono di nuovo le luci sul palco e inizia la trepidazione… il concerto inizierà tra poco!

Sono le 21:18 quando le luci dello stadio si spengono, si illumina il cubo di schermi al centro del palco e lo Sticky and Sweet comincia il suo show! L’urlo di Sansiro è assordante!
Ho già visto tutto, ma l’emozione è gigantesca, come se fosse la prima volta!
Finalmente il pannello anteriore del cubo si gira, per far comparire Madonna sul trono… armata di scettro, sorriso e occhiolino! Eccolaaaa! E’ leiiii!!! L’apparizione è sempre un colpo micidiale al mio povero cuoricino!
Candy shop è ancora la canzone d’apertura, l’abito ha subito qualche rivisitazione, ma poco: lei è meravigliosa! Carica a palla! Al termine ci saluta con un "Ciao Milano" a cui risponde il giubilo di Sansiro! Poi segue come a Roma Beat goes on, durante la quale Lei mi sfila davanti in tutto il suo biondo splendore! Mammina quant’è vicina!!! (Madonna in Beat goes on a Milano) Durante Human nature si mette ad armeggiare la chitarra proprio davanti a me, le posso contare le goccioline di sudore! Vogue è stupenda come la ricordavo dall’altra volta (Ecco il video).
Stacco video con Die another day, poi Madonna torna sul palco per Into the groove, dopo la quale ci regala la prima sostanziosa variazione nella scaletta, tirando fuori dal cappello niente popò di meno che Holiday e Dress you up, tocca poi al tributo a Michael Jackson e poi si torna sui binari del vecchio Sticky & Sweet con She’s not me: io sono dietro la Madonna versione Like a Virgin, e mi becco ben bene il bacio saffico… dannata! (Video di She’s not me dal concerto di Milano) Tra She’s not me e Music sta un pezzo lì davanti a me, giocando col velo che ha tolto alla ballerina… non so quante foto le ho scattato in quel momento: ne è venuta una sola appena decente, quella che vedete in questa pagina… -_____-
Altro stacco video con Rain e poi la toccante versione di Devil wouldn’t recognize you (il video), a cui seguono ancora Spanish lesson, Miles away, La isla bonita, Doli Doli e You must love me, prima della quale fa un lungo discorso per ringraziare tutti ed esprimerci la sua gioia di trovarsi lì… si vede che è emozionata!
I volti sul video di Get stupid sono leggermente cambiati: ha tolto il nano pelato dai cattivi, uffa… Four minutes non mi era piaciuta a Roma per l’abbigliamento e ora è pure peggio, ma poi Madge si riscatta con la carica di Like a prayer, a cui fa seguire una signora new entry: Frozen! Versione remix purtroppo, ma cmq fighissima! (Video di Frozen al concerto di Milano) La vecchia scaletta dello Sticky and Sweet riprende poi con Ray of light e Give it 2 me, pompate al massimo! Ci invita a cantare con lei, ci allunga davanti il microfono per farci sgolare, scende persino dalla passerella, dall’altra parte rispetto a dove sono io, ma sta stronza maledetta risale e non mi passa davanti, conscia probabilmente del rischio che avrebbe corso. Con l’ultima canzone in modo particolare ci vuole portare allo stremo, tra urla, cori e salti, ma quando se ne va non siamo affatto sfiniti, saremmo pronti a cantare e ballare ancora e ancora…

Don’t stop me now, don’t need to catch my breath
I can go on and on and on
When the lights go down and there’s no one left
I can go on and on and on

Give it to me, yeah
No one’s gonna show me how
Give it to me, yeah
No one’s gonna stop me
EVER
(come dice lei stessa là sul palco)

Sono le 23:30 circa, la scritta GAME OVER riempie lo schermo sul palco, Madonna ci ha appena salutati e già mi manca… torna presto amore mio, tornerò ancora a darti il mio tributo di sangue!

Il ritorno all’albergo è una passeggiata tra le bancarelle (dove compro un po’ di ricordini) e i reduci. Siamo sporche da far schifo, stanche e doloranti, ma toglierci il sorriso dalle labbra è impossibile!
Arriviamo in albergo, ci godiamo una strameritata doccia e poi finalmente il letto! Saranno sicuramente sogni d’oro!

A Madonna: grazie di esistere! Sembrerà patetico e/o banale, ma è la drammatica verità!
A Chiara & Chiara: grazie per la presenza, la simpatia, la pazzia, la passione… la sopportazione! Un bacione gigante!

Uno dei video più belli dei punti salienti del concerto di Milano
In questo video mi si sente urlare TI AMO a MAdonna

Qui tutte le foto che ho fatto al concerto di Madonna di Milano

Chiara e Chiara

pizza Evita Peron

Il Latino, Lo Strano e La Sminchiata

Stadio Sansiro

in fila per il concerto

in fila per il concerto

siamo sotto il palco

L'apparizione di Madonna

Madonna in Candy Shop

Beat goes on

Madonna mi passa davanti cantando Beat goes on

Madonna ad un paio di metri da me durante Human Nature

Vogue

Into the groove

in memoria di Michael Jackson

She’s not me

Madonna versus Madonna

She’s not me

La isla bonita

I Madonnari riempiono Sansiro

Give it 2 me

Finale dello Sticky and Sweet

La felicità dopo il concerto di Madonna

Pronte per il prossimo tour di Madonna

Barcellona, 20 – 25 maggio 2009

E venne il tempo anche per il viaggetto 2009!
Attori protagonisti ancora io e Paolo, scenografie gentilmente offerte da Barcellona!

Mercoledi 20 (arrivo a Girona)
Partenza il 20 maggio con destinazione Girona (Ryan comanda), dove arriviamo che è quasi mezzanotte, motivo per cui avevamo deciso di prenotare all’hotel che è giusto giusto oltre il parcheggio dell’aereoporto. A sto giro decido di non vomitare su suolo straniero per marcare il territorio, anche se mi sono dovuta arrendere all’evidenza che soffro di mal d’aria (si chiama così?)… insomma, una passata di nausea allo stomaco e svarioni alla testa non me li leva nessuno, che l’aereo traballi o meno. Scendiamo dall’aereo, attraversiamo l’aereoporto, il parcheggio e la mappa su booking.com non mente, l’hotel Vilobi è davvero a due passi! Entriamo, breve check in e si va in camera… vista sui cantieri dell’aereoporto in notturna, da perderci la testa! Scherzi a parte, l’hotel si guadagna il massimo voto nel rapporto qualità/comodità/prezzo!

Giovedì 21 (autobus per Barcellona – Ramblas – Palau Guell – Mercato de la Boqueria – Port Vell – Barri Gotic – Cattedrale si Santa Eulalia – Plaza del Rei)
Prima di partire ci avevano straconsigliato una visita alla graziosa Girona, ma la fotta di andare a Barcellona è troppo forte: alle 8 siamo già pronti a prendere il autobus che ci porterà alla capitale della Catalunya per la modica cifra di 21 euro andata e ritorno (è la soluzione più comoda alla fine)!
Dopo un’ora e mezzo di viaggio in cui cerchiamo di sonnecchiare, eccoci alla Estaciò del Nord, ci compriamo subito la carta per i mezzi pubblici da 5 giorni e via a cercare l’aparthotel Atenea Calabria: con gioia scopriamo che è a uno sputo dalla metro, sopra un supermercato e la nostra camera/appartamento al settimo piano è una reggia! All’ingresso ci accoglie uno spazioso angolo cottura esteticamente trasandato, ma con tutto ciò che può venir comodo, segue salottino con la tv mooolto carino, poi una gigantesca camera da letto con porta a vetri sull’ampio (quanto inutile in realtà) terrazzo da cui si vedono le torri della Sagrada Familia e poi un bagno in cui avremmo potuto tenere feste! Il tutto alla cifra di 80 euro a notte!
Sistemate un po’ le nostre cose, si parte subito per le Ramblas… e ti pare? Metro, Plaza de Catalunya… giravolta alla ricerca della direzione giusta e… Ramblas. Una passeggiata piacevole, tra venditori ambulanti, figuranti abbigliati nei modi più assurdi e una folla di turisti! Di tanto in tanto ci fermiamo ad osservare qualche particolare indicato dalla guida e poi la prima cocente delusione: Palau Guell, che il sito dava in parziale restauro, in realtà è praticamente inaccessibile! L’ingresso grazie al cielo è gratuito e la fila è di 3 persone… il tutto per entrare, scendere le scale e fare un giro nello scantinato, l’unica parte spoglia del palazzo -____-
A metà delle Ramblas, ci facciamo un giro al magnifico mercato della Boqueria, tra prosciutti appessi, salumi di ogni tipo, frutta strana, dolci e caramelle e strani animali marini di cui non abbiamo ancora compreso l’uso.
Cammina cammina lungo le Ramblas ed ecco il mare! La rotonda con l’obelisco sovrastato da Cristorofo Colombo e poi il Port Vell: davvero bello! Ovunque ti giri il panorama si lascia guardare bene! A cornice pure una coppia di nudisti a libero passeggio… uno però ha le mutande tatuale! Disgustorama!
Ormai è pomeriggio, a quel che ci dicono l’ora di pranzo per lo spagnolo medio e quindi il languorino ci sembra più che lecito, motivo per cui ci poniamo un nuovo obiettivo: tapas! Ordiniamo praticamente piatti a caso e ci va bene, ci ritroviamo a mangiare peperoni, melanzane e funghi, se non erro, ascalivadas, una roba del genere: l’impatto con la cucina catalana supera le apsettative!
Dedichiamo poi il resto del pomeriggio girovagando per il Barri Gotic: cariiiiiino! Certo, molti scorci ricordano un sacco di città italiane… c’è molto di Venezia, qualche scorcio di Bologna, di Ferrara e di tante altre città piene di vicoletti medievali, cmq è tutto molto suggestivo, a parte i continui lavori in corso che ci becchiamo! La Cattedrale di Santa Eulalia, con il suo chiostro con le 13 oche è davvero molto bella, peccato che l’intera facciata sia in restauro… Santa Maria del Pi è inaccessibile per lavori… la prima giornata di visite è un po’ un cantiere insomma.
Visto che alla fine abbiamo pranzato a metà pomeriggio, gliassiamo sulla cena per concederci un minimo di riposo in albergo prima di uscire alla ricerca di un locale e finiamo la serata in un piccolo tugurio in Plaza del Rei, di cui non ricordo il nome (forse Sidecar) ma tanto non lo consiglierei.

Venerdì 22 (Casa Amattler – Casa Battlò – Casa Milà)
Oggi ci dedichiamo alla peculiarità di Barcellona: tocca al modernismo! Partiamo di buona lena alla volta di Passeig de Gràcia per visitare le opere di Gaudì, la prima che incontriamo è Casa Amattler… che è in restauro!!! Completamente! Questa volta il sito manco ne parlava! Non si vede nemmeno la facciata, tutta ricoperta dai teli e dalle impalcature, uffa! Quindi passiamo subito alla tappa successiva: Casa Battlò e qua c’è il grande riscatto! Casa Battlò è uno spettacolo autentico! E’ qualcosa di inimmaginabile finchè non ce l’hai davanti, finchè non la giri dentro in tutte le sue assurde quanto geniali stravaganze, finchè non ti rendi conto insomma di chi sia stato Gaudì! I soldi spesi (ricordo una bella cifretta) sono un investimento, davvero! Rimaniamo entrambi sbalorditi ed entusiasti!
La visita con audioguida dura più di un’ora, al termine della quale usciamo, scattiamo ancora qualche foto all’ossuta facciata, per poi muoverci verso Casa Milà. Durante il percorso ci imbattiamo in un musicista che ci incanta per strada con una voce da brivido, Aaron Lordson, scoprirò poi essere noto per le strade di Barcellona e Palma di Maiorca.
Casa Milà non me l’aspettavo bella e le aspettative non deludono: da fuori è sto coso ondulato enorme… non mi piace. La fila è lungotta, ci accodiamo, paghiamo il nostro biglietto e poi si entra: anche la visita agli appartamenti non è particolarmente entusiasmante… vuoi perchè abbiamo appena visto Casa Battlò e quello che vediamo qua è moooooooooooolto più classico. Cominciamo a ragionare invece quando si arriva all’ultimo piano, nel sotto tetto, adibito ad una sorta di museo di Gaudì: qua un video mostra un minimo di biografia di Gaudì, varie curiosità e soprattutto sono spiegate le sue tecniche! GENIALEEEEE! Il momento più bello è quando sali dalle scale e arrivi sul terrazzo: i comignoli sembrano osservarti! Splendido!
Pranziamo con dei panini che ci siamo fatti, un po’ di riposo in hotel e poi in giro di nuovo che ormai è tardo pomeriggio. Ci dirigiamo verso Barceloneta per farci una camminata nel lungomare: non male! Ci fermiamo in un positicino in spiaggia a sorseggiare un cocktail e intanto inizia a far sera. Per la prima vera cena andiamo sul classico dei classici: paella al 7 portes. Spazzolato il tegamone di paella buonissima (Paolo riceve come solito i complimenti dal cameriere) e pure la doverosa crema catalana!
Nel dopocena girovagiamo tra i locali notturni del Born, dove la mia guida narra di miriadi di pub specializzati in cocktail buonerrimi… in effetti di locali ce ne sono una marea, ma quanto a varietà insomma… cmq beviamo bene alla fine.

Sabato 23 (Parc Guell – Sagrada Familia – Santa Maria del Mar – Parc de la Ciutadella)
Questa mattina si va a Parc Guell… me la calcolo malissimo pensando di poterci infilare una vasca di negozi, ma devo aver sbagliato strada, oppure la mia guida mente! Raggiungiamo cmq indenni il parco: wow!!! A parte il brulicare convulso di turisti, è un posto davvero assurdo e pensare che doveva diventare una zona residenziale, grazie che non hanno venduto case! Ce lo giriamo ben bene, troviamo una panca in cui riposare un po’ le gambe e poi si va verso la Sagrada Familia!
Sbuchiamo dalla metro dal lato della Passione: l’impatto è esagerato! La facciata della Passione non è di Gaudì, suo il progetto, ma costruita dopo la sua morte: molti la criticano, per me è stupenda! Ti lascia di stucco, nel suo essere fredda, spoglia, triste e pesante… secondo me rende alla perfezione il messaggio… ormai mi sono innamorata di Gaudì!
Facciamo il giro e ci ritroviamo davanti alla facciata della Natività e se quella della passione mi aveva lasciata a bocca aperta, questa è una saetta dritta al cuore! Non c’è un millimetro in tutta la parete che non contenga un dettaglio degno di essere ammirato! Che spettacolo! E’ assolutamente al di fuori del classico stile di Gaudì, che piuttosto si ritrova nell’altra facciata! Alla fine sono l’una il contrario dell’altra: la Natività dà un senso di grandiosità, calore, movimento e armonia… l’altro lato è gelido, asettico, fermo e lugubre. E’ tutto straordinario. Affrontiamo un po’ di fila ed entriamo: questo è onestamente un furto bello e buono! 9 euro per l’ingresso, se non erro, più 4 euro per l’audio guida, più 1,50 per salire sulle guglie… il tutto per vedere quello che vedi anche dietro i cancelli, più l’interno che è un cantiene, c’è ben poco di finito, anche se si intravede il genio in quel poco: il colonnato interno sembra un sottobosco!
Dentro ci sono i progetti della cattedrale finita e i progressi dei lavori… la dovrebbero finire nel 2026… duuuubito!
Andiamo poi verso il Born per visitare l’ultima delle chiese indicate dalla guida: Santa Maria del Mar! Davvero davvero bella! Fortuna vuole che dentro poi ci troviamo un matrimonio… tra una ragazza spagnola e un ragazzo tedesco! Concludiamo poi la giornata turistica con una passeggiata al Parc de la Ciutadella: la cosa più figa doveva essere la fontana con la cascata, che è in restauro… mavvaff!!!
Prima di tornare in albergo ci facciamo una capatina all’Euskal Etxea, per un aperitivo a base di tapas: che buone!!!! (questo è uno di quei posti con le tapas con lo stecchino e alla fine paghi per ogni stecchino nel piatto, mi sembra costassero più o meno 1 euro l’una… si può anche evitare di fare i soliti italiani insomma!).
Dopo una breve sosta per il cambio gomme in hotel, si va a cena al Senor Parellada! Il posto è carinissimo, un insieme di stili che rendono chic un’ambientazione tipo saloon, davvero bello! A me la cena va benissimo: ordino jamon de Bellota (prosciutto… signor prosciutto, suvvia) e poi una sorta di cannelloni che la mia guida riporta come un piatto tipico. Paolo invece ordina non ricordo cosa e si ritrova delle alici marinate e per secondo un piatto della tradizione catalana che si rivela essere un pentolone di brodo con carne grassa e verdure bollite dentro, il tutto accompagnato da un vino rosso freddo… mi chiedo come sia sopravvissuto!
Digeriamo passeggiando per il Born, degustando cocktail e poi ci infiliamo al Magic, dove balliamo fino allo sfinimento e incontriamo un ragazzo che era a scuola con noi… Barcellona è davvero piccola!

Domenica 24
L’idea per la domenica è MARE! Ma a livello sole non è che abbiamo beccato troppo bene in questi giorni e anche oggi non è una giornata stupenda da questo punto di vista. Cmq prendiamo la metro per una delle fermate che la mia guida indica come una delle principali mete marittime di Barcellona… bah… sbuchiamo in un postaccio e per raggiungere la spiaggia dobbiamo camminare un bel po’, incontrando però manifesti che ci rendono fieri del nostro essere italiani! Il nano malefico mi perseguita anche qua!
Ci facciamo una passeggiata lungo la spiaggia attendendo che il sole si decida a spuntare da dietro le nuvole e poi ci appostiamo un po’ in spiaggia… tocco timidamente l’acqua gelida con la punta del piede destro e la già pallida idea di fare il bagno tramonta in una frazione di secondo.
Finisce il pomeriggio con un’altra capatina all’Euskal Etxea.
Per la cena scegliamo un ristorante nella zona del Passeig de Gràcia perchè poi ci vogliamo fare un giro modernista in notturna. Andiamo al Glop: non mangiamo niente di particolarmente tipico, anche se mangiamo cmq bene… è che alla fin fine pesce o carne alla griglia è pesce o carne alla griglia, ovunque tu sia!
Il Passeig de Gràcia in notturna ci lascia un po’ delusi: potevano anche illuminarli un po’ di più quei capolavori! Foto e foto e arriviamo alla Sagrada Familia che è mezzanotte e 7 minuti e la troviamo spenta!!! Ma dai!!! La spengono a mezzanotte!?!?! E’ la cosa più bella di tutta la città e tu non la tieni illuminata tutta notte?!?! Maledetiiiii!!!

Lunedì 25
E’ l’ultimo giorno e il programma prevede shopping e uno spazio culturale per la Fundaciò Mirò, che arichiviamo una volta giunti fino a Montjuic, scoprendo che il museo all’aperto è chiuso il lunedì mattina! Torniamo in città e ci diamo allo shopping un po’ per noi, ma più che altro per i regalini da portare a casa e ancor di più alla ricerca di cibo da importare! L’argomento abbigliamento ci inquieta un po’ perchè ci porta a girovagare sconvolti all’interno di negozi colmi di abiti sgargianti… ma poi riusciamo anche a trovare ciò che fa per noi.
Si torna al mercato de la Boqueria per riempire le valigie di salumi, un ultimo assaggio alle tapas al Mikel Etxea sulle Ramblas ed è già ora di appropinquarsi verso l’aereoporto.
Con le valigie colme (avevamo preventivamente portato un trolley a testa come bagaglio a mano più una valigia in due che all’andata era praticamente vuota) ci presentiamo alla Estaciò del Nord per prendere l’autobus che ci riporta a Girona e poi via, in volo verso casa, purtroppo…

Qui tutte le foto del mio viaggio a Barcellona

Barcellona, Ramblas

Barcellona, mercato de la Boqueria

Barcellona, Palau Guell

nudisti a Port Vell, Barcellona

Cattedrale di Santa Eulalia, Barcellona

Cattedrale di Santa Eulalia, Barcellona

Casa Battlò, Barcellona

Casa Battlò, Barcellona

Aaron Lordson, Barcellona

Casa Milà, Barcellona

Casa Milà, Barcellona

Sul lungomare di Barcellona

Barcellona, Parc Guell

Barcellona, Parc Guell

Barcellona, la Sagrada Familia

Barcellona, la Sagrada Familia

Barcellona, la Sagrada Familia

Barcellona, Santa Maria del Mar

Barcellona, Parc de la Ciutadella

Berlusconi a Barcellona

le spiagge di Barcellona

Casa Batllò di notte

Jamon

Tapas

Barcellona mi attende

I had this perfect dream (Un sueño me envolvió)
This dream was me and you (Tal vez estás aquí)
I want all the world to see (Un instinto me guiaba)
A miracle sensation 
My guide and inspiration
Now my dream is slowly coming true 

The wind is a gentle breeze (El me habló de ti)
The bells are ringing out (El canto vuela)
They’re calling us together
Guiding us forever
Wish my dream would never go away 

Barcelona!
It was the first time that we met
Barcelona!
How can I forget 
The moment that you stepped into the room
You took my breath away 

Barcelona! 
La música vibró
Barcelona!
Y ella nos unió

And if God willing 
We will meet again
Someday

Let the songs begin (Déjalo nacer)
Let the music play (Ahhhhhhhh…)
Make the voices sing (Nace un gran amor)
Start the celebration (Ven a mi)
And cry! (Grita!
Come alive (Vive!)
And shake the foundations from the skies 
Shaking all our lives

Barcelona! 
Such a beautiful horizon 
Barcelona! 
Like a jewel in the sun 
Por ti seré gaviota de tu bella mar 

Barcelona! 
Suenan las campanas 
Barcelona! 
Abre tus puertas al mundo 

If God is willing 
If God is willing
If God is willing 
Friends until the end
Viva! 
Barcelona!

A giovedì!

E ritorno da te

Fabrizio de André

Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,
più non arrossii nel rubare l’amore
dal momento che Inverno mi convinse che Dio
non sarebbe arrossito rubandomi il mio.

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,
non avevano leggi per punire un blasfemo,
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,
mi cercarono l’anima a forza di botte.

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo,
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo,
nel giardino incantato lo costrinse a sognare,
a ignorare che al mondo c’e’ il bene e c’è il male.

Quando vide che l’uomo allungava le dita
a rubargli il mistero di una mela proibita
per paura che ormai non avesse padroni
lo fermò con la morte, inventò le stagioni.

… mi cercarono l’anima a forza di botte…

E se furon due guardie a fermarmi la vita,
è proprio qui sulla terra la mela proibita,
e non Dio, ma qualcuno che per noi l’ha inventato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato,
ci costringe a sognare in un giardino incantato
ci costringe a sognare in un giardino incantato.

Merry Fucking Christmas

HATE!


An evil look that tells me to fuck off

from the one who ‘ll never treat me soft

I start to boil and to concentrate

on images of anger and of hate

these are the ways I feed my hate

these are the lights that burn too late

these are the ways I feed my hate

these me the lights that burn too late

the mean stupidity of what he says

the millions who admire it and they spread

and all I wanta feel is just them dead

and have to eat the things they did and said

these are the ways I feed my hate

these are the lights that burn so late

these are the ways I feed my hate

these are the lights that burn too late

hate

why am I afraid?

afraid

Iggy Pop

Evil Women

Milady… between Heaven and Hell




Jeanne Valois, Full Moon





Lady Miya… she’s Killer Queen





Nico Robin, Beauty from pain

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